Il Megafono: Il nodo politico della guerra




 Il nodo politico della Guerra e la prossima Legge di Bilancio - Interroghiamoci sul che fare nei prossimi mesi

La volontà del Governo è in subordine a quanto deciso a fine giugno nel summit Nato tenutosi in Olanda: nei prossimi 10 anni la spesa militare sarà più che raddoppiata fino al 5 % del Pil, già con la prossima Legge di Bilancio inizierà ad aumentare con almeno 6\7 miliardi di euro in più.

 Nel frattempo, l'economia di guerra muove i primi passi.

Mai come oggi i movimenti contro la guerra sono stati deboli e divisi, mai la risposta politica e sindacale è apparsa tanto frammentata e relegata a poche realtà.

Resta innegabile che il tema sia soggetto a varie interpretazioni, da una parte a radicalizzare certe posizioni in campo sindacale e politico ma questa radicalizzazione coincide con la marginalità dei soggetti in lotta e prova ne sia la scarsissima adesione a scioperi che presto si riverserà negativamente sugli stessi organizzatori.

 Il problema non è organizzare scioperi ma farli riuscire, non saranno le fughe in avanti e le continue spaccature a restituire maggiore forza e credibilità ad una realtà o iniziativa sindacale e politica. 

Se davanti a una Finanziaria di guerra gran parte del mondo del lavoro è in silenzio e spettatore disinteressato non saremo davanti alla necessità di una riflessione seria evitando fughe in avanti, indizioni in solitaria giusto poi a sostenere di essere i soli conflittuali e combattivi? 

Lo diciamo con cognizione di causa dopo avere visto sparuti presidi partecipati in gran parte da non lavoratori.

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