Yesterday's Papers: Finanziaria tra demagogia e populismo di Ascanio Bernardeschi



Edizione del 08 novembre 2024 - 399esimo giorno di genocidio

Parliamo di manovra finanziaria riprendendo un articolo di Ascanio Bernardeschi apparso sul giornale on-line "Futura Società" (www.futurasocieta.com)

La legge di bilancio varata dal governo, al di là delle tante promesse e delle successive celebrazioni, si pone in continuità con le politiche economiche praticate negli ultimi decenni da tutti i governi e per usare un linguaggio social moderno i tag sono sempre gli stessi: #austerità, #tagli di spesa, #privatizzazioni, #agevolazioni fiscali per i ricchi, #interventi una tantum (per pochi intimi), un po’ di #demagogia e #aumento delle disparità.

Fra le principali misure previste c’è la conferma del taglio del cuneo fiscale, che mira a ridurre il costo del lavoro per le imprese aumentando di poco il reddito netto dei lavoratori.

Ma la riduzione delle entrate che ne consegue comporta la riduzione degli spazi di intervento pubblico e, a fronte dei miseri benefici, i lavoratori saranno costretti a rivolgersi di più al mercato per ottenere servizi sociali (scuola, trasporti pubblici, ecc.).

 Il guadagno per la classe dei capitalisti è invece triplice: si abbassa il costo del lavoro; il magro incremento della busta paga può essere utilizzato come un pretesto per non concedere aumenti contrattuali;

Per le pensioni, la promessa gridata ai quattro venti era l’abolizione della Fornero, invece vengono solo previste modalità di pensionamento anticipato a carattere fortemente penalizzante, così che l’effetto è solo un po’ di demagogia, con esito pratico pressoché nullo data la loro onerosità per il pensionato, tant’è vero che non sono previsti oneri aggiuntivi per la loro attuazione.

Inoltre si prevede il rifinanziamento di “Quota 103”, “Opzione donna” e “Ape sociale”, mentre aumentano i bonus previsti per chi si trattiene al lavoro oltre i requisiti per il pensionamento e una lieve rivalutazione delle pensioni minime (passeranno da 614,77 euro attuali a 617,9 euro, 3 euro in più).

 Viene confermata anche la FARLOCCA politica dei bonus una tantum, ovviamente facendo un po’ di “ammuina” (confusione) purché non cambi la sostanza: per questa volta ci saranno una carta in favore delle famiglie con almeno tre componenti e reddito Isee inferiore a 15 mila euro, i bonus bebè (1.000 euro per i neo-genitori con Isee inferiore ai 40 mila euro) e gli incentivi per l’acquisto della prima casa.

Ma anche in questo caso si favorisce l’ampliamento degli spazi del capitale.

 In altri termini, per esempio, si preferisce che le neo mamme comprino più servizi presso il privato per le esigenze della prole, piuttosto che avere a disposizione servizi pubblici come i nido o l’assistenza sanitaria gratuita.

Capitolo spesa per la  Sanità, il governo decanta di aver aumentato quella sanitaria del 2025 di circa 900 milioni al netto dei contributi che si prevede di incassare. Ma questo aumento lascerebbe invariata al 6,3% la spesa in rapporto al Pil, mentre sappiamo quanto sia insufficiente questa allocazione e quali siano i mali quotidiani del nostro sistema sanitario pubblico, ed ecco i soliti tag: #liste di attesa lunghissime, #alti ticket, #prevenzione ai minimi termini, con un sistema privato che ingrassa usufruendo di queste disfunzioni.

Anzi il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato si è fatto la réclame della sua clinica privata, in cui promettono accertamenti “senza dover attendere i lunghi tempi del Servizio sanitario pubblico", per poi avere la faccia da c... da dire che c'è "nessun conflitto interessi”.

Beffardo è poi il cosiddetto contributo di solidarietà delle banche. Tutti i grandi media, perfino quelli della cosiddetta opposizione, titolano che le banche contribuiscono a levarci le castagne dal fuoco.

 Vedendo più attentamente la cosa, siamo passati dalla promessa di una tassazione del 40% degli extra profitti bancari a un niente di fatto.

Infatti questa solidarietà consiste nel ricevere soldi in prestito dalle banche da restituire loro sotto forma di sgravi fiscali negli anni successivi.

Lo Stato cioè nei prossimi anni avrà meno entrate perché una parte di imposte le ha praticamente riscosse in anticipo.

Si riesce in sostanza a occultare un debito o anche, come si dice in Toscana a “mangiare l’uovo in c. alla gallina”,  non vale quindi l’alternativa classica fra un uovo oggi o una gallina domani, ma serve un un uovo subito al mattino, mangiarlo quando ancora non è depositato, per via di un bisogno non procrastinabile.

E pazienza se alla sera non avremo da mangiare e le finanziarie si spiegano con la calcolatrice dello smartphone dal leccapiedi di turno.


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