Podcast: Yesterday's Papers - 7 ottobre di Michela Arricale



Oggi lunedì 7 ottobre 2024, ricomincia la nuova stagione di Yesterday's papers



 Ad un anno dall’operazione della resistenza palestinese di Gaza, che ha scatenato la reazione genocida di Israele, ogni giorno abbiamo varcato confini di un orrore che non credevamo possibile, e che invece, ogni giorno spostando un po’ più in là l’asticella dell’indicibile, è diventato protagonista del nostro quotidiano. 

Quotidiano che non sarà mai terribile, però, come quelle delle oltre 40mila vittime, e soprattutto dei superstiti, che se non sono uccisi dalle bombe, sono uccisi dalla fame e dalle malattie, su 39 ospedali d’avanguardia ne rimangono 7 che lavorano in mezzo alle macerie con quello che gli è rimasto, mancano le medicine, ma anche la possibilità di rispettare una igiene minima.

Il punto di caduta dell’umanità, che non riguarda solo quello che fa Israele, ma quello che fanno – o meglio non fanno - tutti gli altri Paesi, l'Occidente non ritiene di indignarsi e continua a condannare e biasimare le vittime e gli aggrediti.

 Israele ormai è preda di un folle delirio messianico per cui si è convinto che ormai questo è il momento di approfittare della confusione e conquistare finalmente Eretz Israel, o meglio, non credo che Nethanyau personalmente lo creda, a lui interessa solo la mera conquista di territorio, ma fa bene a fare finta di crederci : i suoi alleati di governo sono fanatici sionisti religiosi di destra e per il resto, sul fronte interno, non è messo bene.

Ovunque lo acccusano di non fare abbastanza per riportare a casa gli ostaggi ( alcuni che gridano questo pensano alla pace mai tentata, ma tanti invece pensano a ben altro) di non gestire adeguatamente la situazione.

 Oltre alla spada di damocle dei processi per corruzione che lo aspettano una volta terminata l’immunità dell’incarico. Bibi non può perdere la guerra agli occhi dei suoi, ne va della sua stessa sopravvivenza politica interna. 

Sul  piano internazionale non è messo meglio, gli Stati Uniti infatti non hanno mostrato il loro solito incondizionato appoggio, formale e sostanziale, e  hanno avuto il coraggio di astenersi sulla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU che imponeva il cessate il fuoco, ormai a Giugno.

Gli Stati Uniti, del resto, anche loro sono in mezzo ad un bel conflitto interno e devono trovare il modo di gestire mediaticamente la situazione di fronte ad un elettorato comunque in un certo qualmodo ancora sensibile allo sterminio di civili innocenti, e ci sono le elezioni. 

Insomma l’unico modo che Nethanyau sembra avere, per non farsi disarcionare, pare sia solo la guerra totale: allargare il conflitto in medio oriente e tirare in tutti i modi dentro l’IRAN, in modo tale che sia impossibile per gli USA anche solo pensare di non intervenire di fronte ad una minaccia –come dicono loro – maligna ed esistenziale. 

Infine una considerazione sulla manifestazione dello scorso sabato, mi sento di dire una cosa: 

"aver conquistato la piazza è stata una grande vittoria democratica, ed anche e soprattutto politica: il governo aveva vietato la manifestazione, utilizzato ogni arma la propaganda consentisse per delegittimare e scoraggiare la partecipazione.

 Anzi, proprio per criminalizzare, perché il contesto formale che aveva imposto era quello: disobbedire al divieto di manifestare è un reato...quindi tutti quelli che sarebbero scesi lo stesso in piazza, ormai anche contro un illegittimo divieto erano a rischio. 

Eppure non è bastato, e sono stati costretti a tollerare il presidio, alcuni dicono 5mila, altri 8mila, io non lo so...fossero anche 5mila....in piazza, sotto la pioggia, con quel clima, è una vittoria.

Per tre ore è stato tutto sereno dal punto di vista dell’ordine pubblico, fino a quando non è successo il solito teatrino: tentativo di forzare il blocco e risposta delle forze dell’ordine. 

Si sono sentite diverse esplosioni di bombe carta, almeno una decina, ciò significa che qualcuno è venuto in piazza per cercare lo scontro e che nessun servizio d’ordine è riuscito ad individuarlo e prevenirlo. 

Ora, al netto degli infiltrati o meno, cominciamo a domandarci se, in un momento così grave,  sia davvero utile stare in piazza con gente che si porta le bombe carta,  e che sembra credere che l’obiettivo delle manifestazioni sia farsi caricare.

E se non sia altrettanto utile ritornare a prestare attenzione all’organizzazione del servizio d’ordine della piazza."

(Michela Arricale)




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