Yesterday's Papers: Il doppio dramma di Jenin
Negli ultimi giorni la rivista Lancet ancora una volta ha sottolineato come le cifre relative al massacro palestinese siano sottostimate almeno del 40%.
Il dubbio, che già era sorto alla metà dello scorso anno, aveva ragionato sulla possibilità che a Gaza fossero morte circa 200.000 individui un numero assai più alto di quello diramato da tutti i canali di (dis)informazione.
Ad ogni modo la dimensione del genocidio è davvero impressionante e le morti di neonati per ipotermia sono solo gli ultimi dettagli agghiaccianti di una barbarie inimmaginabile.
In una situazione così compromessa, a Jenin sembra si stia consumando un altro dramma, giacché da almeno un mese l'ANP e la sua polizia sta tentando di disinnescare le forze della "resistenza" anche con l'uso delle armi.
Dopo aver ucciso una giornalista di 22 anni, nota per il suo impegno contro l'occupazione e la colonizzazione delle terre di Cisgiordania, e altri attivisti, l'ANP ha impedito a Al Jazeera di trasmettere, probabilmente per le stesse ragioni che hanno spinto Israele a cancellare ogni tipo di voce che provenga dai territori sotto i bombardamenti.
Abu Mazen e l'ANP ormai marginalizzati in patria, cercano opportunisticamente di mostrarsi affidabili agli occhi di Trump e di Israele da cui auspicano di ottenere un riconoscimento per la gestione post-bellica.
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