Yesterday's Papers: La restaurazione scolastica del Ministro Valditara




Edizione del 24 gennaio 2025 - GR100

 Il Ministro  della Pubblica istruzione ha concretizzato quanto già emerso nel 2024 ossia la volontà di riformare parte dei percorsi scolastici introducendo nelle scuole dell'obbligo l'insegnamento opzionale del latino a partire dalla seconda media, l’abolizione della geostoria alle superiori con una non meglio non definita Storia narrativa e descrittiva circoscrivendo la Geografia all’Italia e a  generiche problematiche ambientali.

 Siamo davanti a una restaurazione ideologica e culturale e non ci riferiamo tanto al latino quanto invece alla futura ridefinizione di alcuni programmi scolastici che vedranno storia e geografia incentrati sul nostro paese e sulle civiltà occidentali oltre alla centralità assegnata allo studio della Bibbia.

Se il vero obiettivo, come dichiarato, fosse quello di avvicinare gli  studenti alla lettura, Valditara dovrebbe preoccuparsi dell'esiguo numero di aule letture e di biblioteche, delle vendite dei giornali e dei libri che vedono l'Italia agli ultimi posti tra i paesi UE. E al contempo sarebbe indispensabile prevedere l'apertura di scuole, laboratori  e palestre ben oltre l'orario scolastico ma a tal scopo la Legge di Bilancio avrebbe dovuto prevedere ben altri stanziamenti e fondi.

 A preoccuparci non sono tanto le dichiarazioni di intenti, alcune delle quali in teoria forse condivisibili (ad esempio incentivare alla lettura i giovani fino ai 18 anni di età), a preoccuparci è piuttosto il disegno ideologico che sta dietro a questa riformetta della scuola guardando essenzialmente al passato, a modelli educativi di cui a moderna pedagogia ha ravvisato non pochi limiti. 

 Come avviene in molti Stati americani ci sembra preoccupante la centralità della Bibbia come fonte di conoscenza per ripristinare un domani una cultura diffusa di stampo reazionario, conservatore e clericale , non si capisce perchè non studiare i testi di riferimento di altre religioni o perchè assegnare tanta importanza all'epica classica o alle saghe nordiche di Evoliana memoria attraverso le quali plasmare l'universo culturale dei giovani.

 E una geografia pensata solo a uso e consumo delle glorie italiche appare l'esatto contrario della conoscenza del mondo in tutti i suoi aspetti, insomma in antitesi a un modello educativo aperto e capace di ampliare le conoscenze dei giovani in età scolare. La Riforma poi non assegna alle materie scientifiche la dovuta attenzione pur sapendo che in queste discipline i ritardi della scuola italiana sono maggiori specie nel confronto con altri paesi UE.

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