Yesterday's Papers: Israele spinge il mondo verso la guerra nucleare di Michela Arricale
Stamattina mi tocca raccontarvi qualcosa che, purtroppo, non si può proprio evitare: l’ennesima aggressione israeliana, stavolta diretta contro l’Iran.
Un attacco feroce, nella notte tra il 12 e il 13 giugno, che ha colpito duramente centrali nucleari, ucciso dirigenti, scienziati, civili.
E ovviamente non si è fatta attendere la risposta: l’Iran ha lanciato missili e droni, lo scudo israeliano è stato perforato, si contano morti e feriti anche dall’altra parte.
Ma Israele non si ferma, continua con bombardamenti e uccisioni mirate dentro il territorio iraniano. E intanto si parla apertamente, senza nemmeno troppo imbarazzo, di regime change.
Gli Houthi si schierano con Teheran e subiscono ritorsioni. Israele si isola sempre più: aeroporti chiusi, civili bloccati all’estero senza sapere quando potranno rientrare.
Il caos si allarga anche sul fronte diplomatico: i colloqui tra Iran e Stati Uniti in Oman saltano, e da Teheran arriva un messaggio chiarissimo — non ci sono più le condizioni per parlare, non finché la comunità internazionale non condanna apertamente questa aggressione.
Ma la condanna, salvo Cina e Russia, non arriva. Silenzio o ambiguità dalle altre parti firmatarie del trattato.
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