Yesterday's Papers: L'effetto "Serra" nuoce alla pace di Michela Arricale



Edizione dl 10 marzo 2025
(comprende GR100 a cura di Mario Azzolini Radio100Passi)

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Come sapete, Michele Serra, editorialista di Repubblica, spinto da un rigurgito europeista ha lanciato un appello a difendere la dignità dell’Europa in piazza, in reazione all’atteggiamento sprezzante di TRUMP, e per sostenere il progetto di “sovranità europea”, tutto  da costruire intorno al riarmo generale, dei singoli paesi e dell’europa come istituzione.

Immediatamente in coda, tutti i liberali di ogni ordine e grado, da Calenda alla Shlein, hanno aderito in massa. 

Lo stuolo di intellettuali da cortile arriva subito starnazzando e inneggiando alla costruzione di una nuova classe guerriera. 

Perfino l’idolo degli antifascisti SCURATI si è disegnato le stellette in fronte e –dalle colonne sempre di repubblica- ha cominciato a insultare la pace, il pacifismo, e la democrazia cooperativa. 

Gli daremo certamente l’incarico di firmare le coscrizioni di questi circa 40mila militari che mancano...viene da chiedersi se i libri su Mussolini li abbia scritti per una malcelata ammirazione

Insomma, è diventata una manifestazione a sostegno della guerra in Ukraina, a sostegno dell’economia di guerra e della morte di militari in guerra ( ovviamente a questo giro senza discriminazioni sessiste, a morire ci andranno tutti i generi)

E fino a quando si schierano i Calenda e quelli del PD non ci meraviglia. Hanno fatto davvero male le adesioni dell’ANPI e della CGIL, nonostante prese di posizioni interne di segno opposto. La CGIL dice che ci va ma con un’altra convocazione. Va a manifestare per un’altra cosa...vabbeh

L’ANPI provinciale di Roma, ad esempio, ha già fatto sapere ufficialmente che loro non ci saranno. E li ringraziamo per questo. 

Poi ci sono i campioni della guerra, come il sindaco Gualtieri, che addirittura ha mandato mail a tutti i cittadini invitando a partecipare all’evento. 

Ma di che parliamo? Non è una manifestazione contro Trump, anche perché l’Europa sta facendo tutto quello che Trump chiede ( dal riarmo all’acquisto di gas). Che cosa vogliono gridare al mondo i repubblichini di Serra? Sembra sia una vera e propria guerra alla pace e basta. 

L’Europa si scopre terrorizzata dalla pace.

La pace non è funzionale agli interessi del capitalismo in crisi. 

La guerra, o la minaccia di guerra, diventa la nuova giustificazione per imporre ulteriori sacrifici alla popolazione: tagli al welfare, privatizzazioni, precarizzazione del lavoro. La retorica della “sicurezza nazionale” serve a mascherare il vero obiettivo: mantenere il controllo sulle risorse e garantire profitti all’industria bellica e finanziaria. In questo contesto, la pace non può essere un’opzione, perché priverebbe le élite di una scusa convincente per imporre l’austerità.

L’aumento delle spese militari non è solo una risposta a presunte minacce esterne, ma un modo per riorientare l’economia verso settori ad alto profitto per il capitale. 

L’industria bellica è uno dei pochi settori che garantisce margini di guadagno elevati, soprattutto in un contesto di stagnazione economica. Tuttavia, questo riorientamento ha un costo sociale enorme: i fondi pubblici vengono dirottati verso armi e apparati militari, mentre sanità, istruzione e welfare vengono ulteriormente smantellati. 

La guerra, quindi, non è solo un fatto geopolitico, ma un meccanismo economico: è il modo in cui il capitalismo cerca di risolvere le sue contraddizioni interne, scaricandone il costo sulla classe lavoratrice.

E’ questo che ci stanno dicendo, quando ci invitano a sopportare i sacrifici per la sicurezza. D’altronde lo ha proprio detto la Vonderlyer in una intervista al Times: LA GUERRA E’ IL NUOVO WELFARE....cioè, se prima lo sviluppo economico è stato trainato dai diritti economici e sociali, da oggi non più. Solo la guerra attira i soldi, per ora, e ci dobbiamo rassegnare. 

Preparatevi a pagare anche in termini di vite umane.

La militarizzazione dell’UE non è una scelta ‘tecnica’, ma il risultato di precise dinamiche di classe. Come evidenziato, il 65% dei fondi del Piano per il Riarmo Europeo (2025) finirà in appalti a corporation come Rheinmetall e Leonardo Spa, i cui azionisti includono fondi speculativi (BlackRock, Vanguard). Intanto, i tagli al welfare colpiscono chi non ha azioni in Borsa: lavoratori, migranti, poveri. La guerra, insomma, non è solo geopolitica: è una vera e propria strategia di classe.

Ed è esattamente per dire no a tutto questo, no al riarmo, no alla difesa comune e no all’austerità, che abbiamo convocato un’altra piazza per una contromanifestazione: insieme potere al popolo, rifondazione comunista, partico comunista italiano, prospettiva unitaria, Unione sindacale di base USB, Comitato primo giugno, ARCI Roma, ATTAC, DONNE DE BORGATA, associazioni pacifiste, e tante e tanti altri che si aggiungeranno

Ci vediamo sabato 15, alle 15 a piazza Barberini sulla convocazione che vi leggo:

"Gli eventi delle ultime settimane segnano un cambio epocale che scuote le coscienze di tutte e tutti. Di fronte agli stravolgimenti negli equilibri tra le due sponde dell'Atlantico, la classe dirigente europea sceglie di indossare l'elmetto: gettando nuova benzina sul conflitto in Ucraina, sulla pelle delle popolazioni locali. 

Von Der Leyen, i governi nazionali e (quasi) tutti i leader dei principali partiti colgono l'occasione per accelerare la conversione bellica dell'economia, il dirottamento delle risorse destinate alla spesa sociale in favore della spesa militare, la militarizzazione della società. Un inasprimento delle condizioni di vita dei popoli di tutto il continente, in continuità con le politiche antipopolari portate avanti da decenni attraverso i trattati UE e con la vocazione bellicista dimostrata con l'invio di armi sui fronti di guerra. Il costo dell’economia di guerra sarà pagato dai popoli e in particolare dal nostro Sud con la sottrazione di fondi per la coesione sociale e in via trasversale secondo le intenzioni di chi nel centrosinistra propone la difesa comune. La retorica democratica e dei diritti umani con cui si giustificano le scelte di guerra è pura propaganda. La realtà mostra la complicità con il genocidio del popolo palestinese, la repressione contro il popolo curdo, le politiche contro i migranti. 

L'appello alla mobilitazione lanciato da Michele Serra ripropone di fatto intorno alla bandiera europea la convergenza strutturale tra i piani del governo Meloni e di tutto l'establishment nazionale nel tentativo di mantenere un gioco delle parti che continui a soffocare la reale spinta popolare per la pace. 

Costruiamo una mobilitazione alternativa in piazza Barberini, che indichi la possibilità di lavorare assieme per la pace, il welfare, la salvaguardia della democrazia e contro la repressione e la limitazione delle libertà prevista da vecchi e nuovi pacchetti sicurezza.

Convergiamo con tutte le bandiere della pace, con quelle delle nostre lotte, con le bandiere della Palestina e di tutti i popoli oppressi. Teniamo fuori tutti i simboli che oggi vengono usati per spingerci alla guerra."

Per adesioni collettive o individuali inviare mail all’indirizzo 15marzo.noriarmoue@gmail.com

E’importante la massima partecipazione, è arrivato il momento di pretendere un futuro diverso da questo che vogliono imporci



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