Yesterday's Papers: "Mondo in guerra ed Italia divisa" di Michela Arricale
Edizione del 15 ottobre 2024 - 377esimo giorno di genocidio
Mentre scriviamo, Israele sta disperatamente cercando di far deflagrare tutto il potenziale esplosivo di questa guerra mondiale “Multidominio” che stiamo vivendo, a quanto pare riuscendoci
Eh si, io non la vedo più –ormai- come una guerra mondiale a pezzi ( locuzione che pure va molto di moda) ma come una guerra mondiale punto.
Ne ha tutte le caratteristiche: coinvolge tutti gli attori principali dell’ordinamento internazionale su almeno 4 continenti. anche se non tutti combattono negli stessi domini, in parallelo.
La Guerra commerciale e dei dazi contro la Cina, la guerra bombardata contro la Russia e in medio-oriente, la guerra economica contro i Paesi progressisti dell’America Latina senza contare i processi di decolonizzazione nel continente Africano.
E questa guerra, è mondiale, non solo coinvolge direttamente una enorme quantità di Paesi, ma perché le conseguenze economiche politiche e sociali di tale conflitti si fanno sentire in tutto il mondo, anche in quei paesi ancora non direttamente coinvolti. Stanno ridifinendo i confini politici del nostro mondo, e per farlo devono imporre gli idonei aggiustamenti strutturali.
Quando il vecchio abito non gli sta più, puff! Eccone un altro, più adeguato alla fase.
Ce lo hanno detto: il nostro stile di vita aperto e democratico ci ha resi vulnerabili agli attacchi maligni dei nostri nemici. Siamo stati troppo amichevoli, troppo cooperativi, troppo tolleranti, troppo in buona fede, non possiamo essere così con tutti, dobbiamo sceglierci meglio la gente che frequentiamo.
Per quanto riguarda il nostro stile di vita, invece, quello nostro nostro, quello di un qualsiasi abitante non milionario di uno di queste famose democrazie occidentali, è già bello che distrutto!
Una volta i migranti, un’altra volta i russi o gli arabi l’iran e un’altra ancora i cinesi.
Tutto purchè non sia la verità: che sono i nostri stessi padroni che ci stanno succhiando la vita a tutti per garantire il profitto di pochi.
Vogliono lasciare intendere, in questo modo, come la cosa essenziale sia l’elemento democratico, mentre l’aggettivo magari a volte può cambiare.
Ed invece no. Perché quando la democrazia mette –o rischia di mettere anche solo potenzialmente- il capitalismo in crisi ecco che questo è subito pronto a spogliarsi di ogni orpello democratico, e rivelarsi per quello che è: un sistema di potere autoritario ed oppressivo – che non esita ad usare tutte quante le sue prerogative per difendere i propri privilegi.
Ed in un contesto internazionale che non è più di pace, ma di crisi economiche, climatiche e di competizione bellica, chi oggi può osare dirsi al sicuro?!
Questo scenario di crisi impone degli adeguamenti strutturali, che possano sostenere il nuovo assetto delle relazioni politico/economiche tra Stati,m ma non solo, anche all’interno degli Stessi stati.
Tante cose si muovono a livello internazionale, è vero, ma tanto si muove anche a livello interno dei singoli Paesi, nei rapporti tra gli Stati e i cittadini.
Siamo scivolati –prima senza rendercene conto ed ora spinti con la forza- verso un modello che assomiglia a quello dello Stato liberale antecedente alle guerre mondiali, dove il potere ha l’unico fine di perseverare se stesso.
Oligarchia, forse. Ma non certo democrazia.
E' un problema italiano:
E questo cambio di prospettiva l’abbiamo già assaggiato alla manifestazione del 5 ottobre, quella vietata: con l’atto del prefetto si stravolge il contesto formale, immediatamente trasformando tutti quelli che volevano scendere in piazza in delinquenti comuni, rei di aver disubbidito all’autorità.
Anche questo si inserisce in un trentennale disegno di smantellamento delle prerogative fondamentali dello stato democratico: la redistribuzione in funzione perequativa della ricchezza, per garantire i diritti fondamentali dei cittadini, ma di tutti quanti, non solo di alcuni.
Ed è proprio questo punto fondamentale quello che viene disintegrato dalla legge Calderoli.
Venite ed organizziamoci
Ascolta Yesterday's Papers su Radio Grad: www.radiograd.it
Ascolta gli episodi precedenti: https://www.mixcloud.com/discover/yesterdaygrad/
Seguici sui nostri canali social:
https://www.youtube.com/@radiograd5686
Commenti
Posta un commento