Yesterday's Papers: Attacco alla magistratura di Carla Filosa
La scorsa settimana, martedì 8.10 sul Fatto Quotidiano è stato affrontato l’argomento sulle future riforme riguardanti la Giustizia, in seguito alle leggi in cui il governo ha abolito il reato di abuso d’ufficio e introdotto l’interrogatorio preventivo di 5 giorni prima dell’arresto.
I magistrati che si sono espressi allarmati dalle carenze legislative in questione, e che godono della nostra piena fiducia, sono Gratteri, Nino di Matteo e Scarpinato.
Riportiamo le loro osservazioni, che serviranno come materiale di conoscenza e riflessione per tutti gli ascoltatori/ascoltatrici che non possiedono tutti gli strumenti per considerare l’importanza di tali questioni.
Il problema più grave riguarda il ddl del senatore Pierantonio Zanettin sulla riduzione a 45 giorni, prorogabili solo in determinate condizioni, delle intercettazioni di tutti i reati non legati alla criminalità organizzata.
Di Matteo denuncia che l’indagine su fatti di corruzione (è di 2 giorni fa lo scandalo del dirigente Sogei e indagini su ramificazioni nei ministeri della Difesa e dell’Interno, per corruzione e turbativa d’asta) può portare a interessi di origine mafiosa, la cui limitazione temporale ne pregiudicherebbe la capacità investigativa, oltre al fatto che a questo sarebbero condotti anche altri reati come sequestro di persona, usura, truffe, omicidi, violenze sessuali, ecc.
Si favoriscono così spazi di impunità di classe sempre maggiori, tipici dei cosiddetti colletti bianchi, politici, amministratori, appaltatori.
Ennesimo favore a corrotti, faccendieri e lobbisti.
Gli “elementi specifici e concreti, oggetto di espressa motivazione” in base a cui sono previste proroghe ai 45 giorni, sono in realtà un modo per introdurre una discrezionalità e incertezza con conseguenze sugli esiti dei processi.
La linea di demarcazione tra reati comuni di mafia non è facilmente delineabile.
Con il ddl sicurezza si procede verso un sistema giudiziario a 2 velocità: schermi protettivi per violazione della Costituzione, colletti bianchi, appaltatori, ecc., da rendere impunibili, e dissenso da gestire in forme securitarie.
Il doppione invisibile dello Stato visibile, o governo, può così mantenere nell’ombra la sua operatività criminale: di tutte le stragi di Stato in Italia non sono mai stati accertati i mandanti.
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