Yesterday's Papers: I pezzi della guerra mondiale
Una recente pubblicazione SIPRI (2024) riporta le statistiche sui conflitti e le spese militari sino al 2023.
Inevitabile pensare che, oltre al genocidio israeliano ai danni della popolazione palestinese e a quello in Ucraina altre decine (più di 50) di guerre stanno insanguinando il mondo, seguendo di pari passo l'incedere della crisi capitalistica.
I numeri confermano la prevalenza dei paesi NATO: ovviamente è capofila gli USA, che rappresentano quasi la metà della produzione mondiale, il 42% delle esportazioni e da soli producono più di quanto complessivamente producono i paesi dal secondo al nono.
Inoltre la spesa cinese (secondo in graduatoria) è meno di un terzo di quella USA. Insomma, per quanto la Russia ancora abbia un imponente apparato di testate nucleari, il suo impegno militare è incomparabile rispetto alla NATO.
Si palesa così il conflitto interimperialistico che è alla base di questo ineluttabile incremento di conflitti e di gravità degli stessi.
Del resto, il sistema del capitale è in evidente difficoltà di accumulazione e anche l'inverno demografico europeo potrebbe ulteriormente indebolire apparti produttivi già ampiamente provati.
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