Lavoro: I diritti non valgono per i lavoratori e lavoratrici della Pubblica amministrazione
I diritti non valgono per i lavoratori e lavoratrici della Pubblica amministrazione: a proposito del mancato anticipo del TFS
Anni di austerità salariale, di blocco delle assunzioni e della contrattazione, la perdita di potere di acquisto e la erosione degli organici della PA sono frutto di decisioni assunte in anni lontani e mai messe in discussione, le decisioni avvenute non sono mai state oggetto di revisione e i problemi si sono cos' acuiti.
Se gli organici sono inadeguati e affidi dei servizi alle esternalizzazioni dovresti verificare risultati di questa scelta in termini non solo economici ma guardando alla qualità, alla quantità dei servizi erogati e al loro effettivo costo a carico dei cittadini.
Da quando è iniziata la politica privatizzatrice non ci siamo mai imbattuti in percorsi valutativi atti a verificare la bontà de processi gestionali, si è scelto invece di continuare sulle medesime strade intraprese anche quando le normative in materia di spesa si erano nel frattempo fatte meno stringenti.
Premessa utile e necessaria, la nostra, per ricordare che il partito unico delle privatizzazioni è alimentato da sole certezze e mai rimette in discussione il suo operato.
E lo stesso ragionamento potremmo fare per tutti quei diritti riconosciuti ai dipendenti del privato ma invece inspiegabilmente negati ai pubblici, decisioni discutibili e alimentate dalla spasmodica ricerca di ridurre le spese.
E' il caso del mancato anticipo del TFS a cui si aggiunge la soluzione finanziaria ossia lasciare che i lavoratori e le lavoratrici possano accedere a dei crediti agevolati legati alla liquidazione maturata. Un diritto diventa inesigibile per ragioni che sfuggono ad ogni ragionamento violando perfino i principi di equità di trattamento tra lavoratori
A sostenere la disparità tra lavoratori pubblici e privati potrebbe concorrere anche la previdenza integrativa e il sempre verde capitalismo finanziario dei prestiti a basso interesse.
Ma la disuguaglianza nasce in partenza , e in questo caso a vantaggio del Pubblico, con il TFS viene calcolato sulla ultima retribuzione annua percepita dal lavoratore, il TFR invece prende in esame la somma delle retribuzioni lorde annue incluse tredicesima e quattordicesima. Ma pensare a un unico sistema per il pubblico e il privato sarebbe un segnale di cambiamento che sono in molti a non volere.
I nodi vengono al pettine con la volontà dell'INPS di sospendere la erogazione degli anticipi nonostante sentenze della Cassazione. penalizzando i lavoratori pubblici e in aperta violazione dei principi stessi della Carta Costituzionale.
Gli enti pubblici a loro volta spingono gli ex dipendenti a rivolgersi alle Banche per prestiti su somme che dovrebbero essere già in loro possesso e non senza sobbarcarsi del pagamento di 1500 euro di spesa annua sotto forma di tassi di interesse.
Non solo le spettanze non arrivano ma se vuoi sottrarti ai tempi biblici della erogazione dovrai pagare un buon 1500 euro all'anno e rappresenta una autentica beffa dovere pagare profumatamente quanto ti sei già guadagnato.
E i soldi dei lavoratori restano nelle disponibilità delle casse statali per anni senza corrispondere un centesimo di interesse ai legittimi proprietari.
Immaginiamo quale sarà lo stato d'animo del dipendente pubblico e la sua fiducia nello Stato?
Anche in questo modo si rafforza il privato legittimandone ideologicamente l'operato
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