Yesterday's Papers: L'Asse del Caos - Trump, Musk, Vance e l'attacco all'Europa
La settimana scorsa, l'Amministrazione Trump ha lanciato un attacco ideologico all'Unione Europea, con il presidente in prima linea e i suoi alleati – il suo amico Musk, il segretario alla difesa Hegseth e il vicepresidente Vance – a dare il tono.
La mossa sembra essere stata coordinata, con un chiaro messaggio indirizzato ai "patrioti europei", in un momento in cui l'AFD guadagnava terreno in Germania.
Il messaggio era chiaro: "non vergognatevi di essere nazisti o razzisti, votate liberamente", con l'assicurazione che "c'è un nuovo sceriffo in città" pronto a sostenere tale posizione.
Musk è intervenuto in maniera spettacolare, come suo solito, con dichiarazioni incendiarie, tra cui un apprezzamento per Hitler e il sostegno all'AfD per le elezioni tedesche. Il suo scopo sembrava essere quello di sdoganare concetti ancora tabù in Europa.
Successivamente, Hegseth e Vance hanno assunto un tono più istituzionale, ma non meno pericoloso. La settimana scorsa hanno partecipato alla NATO e alla 61esima Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, entrambe piattaforme fondamentali per la politica estera e di difesa dell'Occidente.
Quest'ultima, in particolare, è un evento annuale che riunisce leader mondiali per discutere questioni di sicurezza globale, ed è vista come una vetrina della politica atlantista.
Con la rielezione di Trump, l'Europa si trova ora in una posizione di svantaggio, avendo costruito la propria strategia politico-economica sulla dottrina dell'economia di guerra della precedente amministrazione.
Ha rotto i ponti con la Russia, fomentato una guerra di civiltà contro gli "illiberali" e decoupled dalla Cina.
Ma ora, con un nuovo regista, gli Stati Uniti stanno cercando di riscrivere le regole del gioco in modo unilaterale e a loro esclusivo vantaggio.
L’Europa, sebbene non fosse mai stata incentrata sugli interessi dei popoli, almeno cercava di mascherare tali interessi con una retorica di difesa della democrazia e dei diritti umani.
Oggi, invece, gli Stati Uniti si sono staccati da qualsiasi considerazione internazionale, abbandonando l'ONU e i trattati, e trattando ogni negoziazione come un accordo bilaterale.
La scena politica globale è ormai senza filtri: gli Stati Uniti hanno rimosso qualsiasi simulazione di legittimità internazionale.
Di fronte a questa brutalità, l'Europa non può che adattarsi, non potendo rinunciare alla sua dipendenza economica dagli Stati Uniti. La riorganizzazione economica dell'Europa dipende in gran parte dalle forniture di gas liquefatto statunitense e dalle sanzioni imposte dagli USA.
Questo scenario di "friendshoring" impone una domanda: se gli USA cambiano direzione, come può l'Europa rispondere senza compromettere la propria stabilità?
Trump ha chiarito la sua dottrina: "pace attraverso la forza". La sua politica estera si fonda su una minaccia costante: l'idea di rendere gli Stati Uniti talmente potenti da rendere impossibile rifiutare le sue proposte.
Musk e Trump sono spettacolari nel loro approccio, ma i ministri come Hegseth e Vance agiscono con una visione più sistematica.
Hegseth, durante la sua partecipazione alla NATO, ha ribadito il concetto che gli USA non possono più essere i garanti della pace in Europa e che l'UE deve prendersi maggiori responsabilità. Tuttavia, il vero messaggio di Hegseth è stato che, mentre si negozia la pace in Ucraina, l'Europa dovrà farsi carico dei costi.
Il discorso di Vance, invece, ha colpito per la sua visione della minaccia alla sicurezza europea. Ha sostenuto che il vero pericolo proviene dall'interno dell'Unione Europea, che accusa di essere un'entità in declino, guidata da un’élite distante dai cittadini e repressiva della libertà di espressione. Vance ha criticato l'UE per il suo approccio alla censura e per l'eccessivo controllo delle informazioni, ma la sua agenda è tutt'altro che pro-democratica. Egli attribuisce il declino dell'Europa a fattori culturali e identitari, trascurando le cause economiche e politiche sottostanti, come le politiche di austerità e la subordinazione agli Stati Uniti.
Vance critica anche la sovranità europea, ma non nel senso in cui ci si aspetterebbe. Secondo lui, il problema non è che l'UE sia dipendente dagli Stati Uniti, ma che non sia abbastanza aggressiva nel difendere un modello di società conservatore.
La sua visione è fondamentalmente nazionalista e autoritaria, mirata a rafforzare le élite conservatrici, ignorando le vere cause della perdita di sovranità dell'Europa: la subordinazione economica agli interessi strategici americani.
In realtà, né Trump né Vance sono anti-sistema, ma vogliono un sistema che funzioni a loro favore, concentrato nel rafforzare alcune élite e nell'eliminare gli ostacoli al loro potere. La destra populista statunitense non propone una rottura con l'ordine esistente, ma una sua riorganizzazione in chiave più autoritaria. Questa visione non va né ignorata né sottovalutata. Si tratta di una rete neofascista internazionale che guadagna terreno e potere.
Per rispondere adeguatamente a questa sfida, non possiamo affidarci a un antifascismo estetico e memoriale.
La risposta deve venire da un vero cambiamento politico, che includa:
1. Sovranità popolare ed economica, con un recupero del controllo democratico sulle politiche economiche e strategiche, sottraendole alla dittatura dei mercati finanziari.
2. Un'alternativa al capitalismo neoliberale, basata su un modello economico socialista, con redistribuzione della ricchezza e proprietà pubblica dei settori strategici.
3. L'autonomia politica dell'Europa, con una politica estera multipolare e cooperativa, non subordinata agli interessi americani.
4. La difesa dei diritti e delle libertà democratiche, contro ogni forma di censura e repressione.
5. Un internazionalismo che promuova la giustizia sociale, affrontando le cause materiali della crisi globale, come le guerre imperialiste e lo sfruttamento delle risorse.
Qualcuno queste cose le ha dette anche alla conferenza di Monaco, davanti ad una platea pronta invece ad un futuro di competizione strategica. WANG YI, Ministro degli affari esteri cinese e membro dell’ufficio politico del comitato centrale del Partito Comunista Cinese. L’Europa e l’Italia si trovano al centro di grandi riorganizzazioni di potere.
E’ chiaro che il governo Meloni è pienamente integrato nella visione Trumpiana di futuro, ed anzi, forse uno dei suoi assi di penetrazione principale in Europa, ed è per questo che per noi l’opposizione sarà più difficile e più dura.
Eppure oggi si intravedono spazi che prima non c’erano, servirebbe –ahimè- una classe dirigente politica adeguata alla fase...
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